Qui il mostro non è solo chi uccide, ma la mentalità che ha permesso all’orrore di esistere.

House Of Guinness non è una serie che ti lascia passivo, non ti fa solo guardare. Ti spinge a chiederti quanto di ciò che vedi sia reale, e quanto invece sia messo lì solo per farti pensare. Non è un racconto da prendere alla lettera.

Se un giorno ti accorgessi che chi ti dovrebbe proteggere… non c’è più? Che il mondo ti ha dato un calcio nel culo e sei fuori da tutto? Cosa faresti davanti al dolore che ti paralizza? Steve è la storia di chi resta, di chi cade, di chi resiste.

Quando il successo che inseguivi ti guarda negli occhi e ti chiede: “quanto sei disposto a perdere?”. Black Rabbit è questo momento. La storia di due fratelli — Jude Law e Jason Bateman — uniti da un affetto che non salva, ma divora. Jake e Vince Friedken: uno scommette la vita, l’altro la compra. E mentre cercano di tenere in piedi il loro impero, tutto intorno a loro si sbriciola. Il club Black Rabbit non è solo un locale: è un tempio del lusso nato sulle ceneri del rock. U

Boots non parla solo di soldati gay: parla di persone, di scelte, di ciò che ci unisce sotto la pelle e oltre le differenze.

Una serie che prometteva profondità, ma si è persa nella confusione. Doveva essere verità ma ci hanno impacchettato solo spettacolo.

MASCHI VERI è noioso: il peggior remake Netflix di sempre? Maschi Veri doveva essere la risposta italiana a "Machos Alfa" ma si è rivelata un remake svogliato, privo di idee e completamente svuotato del tono provocatorio originale.

Questo video nasce dalla stimolante LIVE a cui ho avuto l’onore di partecipare sul canale di   @PadreKayn    che ringrazio per l’ospitalità e per gli spunti illuminanti. A partire da quella conversazione, approfondisco Conclave con nuovi elementi e SPOILER. Un thriller mascherato da rito sacro, dove lo Spirito Santo lascia il posto a imbrogli, rivalità e strategie. Lawrence, Bellini, Adeyemi, Tremblay: cardinali o burattinai del potere? Nel film tratto dal romanzo di Robert

Una serie che non si guarda, si attraversa. L’Eternauta non è solo un racconto apocalittico: è un grido collettivo, una denuncia politica, un inno alla resistenza.

Oltre la superficie dello splendore italico, ci ritroviamo con una narrazione scialba, costruita su cliché e su una prevedibilità che disinnesca ogni forma di tensione.